I Miracoli storicamente tramandati

Capitolo IV
LA TENEREZZA DELLA MADONNA VERSO I CASALESI: I MIRACOLI
2) I Miracoli storicamente tramandati

Le seguenti notizie di miracoli avvenuti in favore dei casalesi sono state riportate dal Santagata e dal Ferro, che dichiarano di averle tratte dal manoscritto Pignata, da cui deve averle probabilmente apprese anche il parroco Natale, che ne parla nel Bollettino del Santuario della Preziosa del 1906 e nel n°3 dell'anno III del Bollettino stesso.

a) Invasione delle cavallette, 25 Luglio 1748
L'autore descrive, con estrema precisione, questi roditori insaziabili, sul tipo delle locuste nell'ottava piaga contro il faraone d’Egitto, facendoci sapere che assomigliavano ai grilli, ma con un corpo più corto e più tozzo, ed ali forti e dure.
Nel linguaggio comune venivano chiamati “bruchi o arcocoli” ed invadevano il grano con tale voracità, da non aver paura né del fuoco né delle armi, (“scoppette”, come dice l'originale). Insomma una piaga contro cui non si poteva combattere e che avevano invaso il terreno del Signor Sebastiano  Serrao, in località “Tonachelle”.
Allora uscì in processione il clero di San Cipriano e, da Casale, venne portata l'immagine della Preziosa insieme alla statua di S. Francesco Saverio, che veniva da S. Lucia. Su via Croce le processioni si incontrarono e si recarono insieme nella chiesa parrocchiale dove iniziò la novena.
La sera stessa le locuste andarono via in direzione di Frignano Piccolo come allora si chiamava Villa di Briano e Casale fu liberato da questo flagello.

b) La Madonna rifiuta di muoversi da Casale
Il 10 settembre 1750 il parroco di Casal di Principe, don Alessio de Letizia, decide di far portare ad Aversa il quadro della Madonna, non si sa bene per quale motivo, ma, probabilmente, per farlo restaurare, essendo antichissimo e dipinto sopra una tavola di quercia ormai rovinata dai tarli. Il parroco assolda due uomini particolarmente robusti, uno detto “il Maranese” e l'altro Giorgio, che non erano di origini casalesi, ma abitavano a Casale da molto tempo. Da' a ciascuno un Tarì, e fa deporre il quadro della Madonna dall'altare di S. Rosario dove si trovava in quel momento, nella chiesa parrocchiale, per farlo portare ad Aversa a casa del pittore Onofrio Marchione. I due uomini, forti e robusti, non dubitano un istante della buona riuscita dell'impresa; si caricano il quadro sulle spalle e iniziano quella che avrebbe dovuto essere una passeggiata. Ma già dopo qualche metro il peso del quadro diventa insopportabile; lo appoggiano per terra un paio di volte e, dopo aver percorso appena un miglio di strada, lo depositano, sfiniti, in casa di una fedele, nel territorio di Isola (Casapesenna) e ritornano a Casale.
Qui raccontano tutta la storia ed il popolo, incuriosito, si reca ad Isola per verificare il fatto.
Tra gli altri fedeli ci sono due bambini, che, preso il quadro sulle loro fragili spalle, lo portano senza alcuna sosta nè altra difficoltà, anzi, con grande facilità, fino alla parrocchia di Casale. Dopo qualche giorno la Madonna ritorna alla sua cappella rurale, amata e venerata da tutti.
c) Un antico custode della corona la perde al gioco
Questo fatto dimostra che il rito ufficiale dell'incoronazione, che avverrà nel 1908, aveva già avuto un precedente. Per la processione di M. SS. Preziosa del 5 aprile 1763, terzo giorno di Pasqua di Resurrezione, i casalesi avevano preparato una bella sorpresa. Avevano fatto realizzare, per devozione, una statua della Vergine con il suo bambino e avevano fatto preparare due bellissime corone d'argento. Purtroppo, alcuni mesi prima, era sorta una lite tra il parroco di Casale e l'Università (i cittadini del comune) in quanto questi ultimi avevano preteso ed ottenuto di poter eleggere pubblicamente gli economi, cioè quelle persone che si occupavano dei beni e del tesoro della Vergine Preziosa, rifiutando le persone scelte dal Parroco. Uno di questi economi pubblicamente eletti, un certo Gennaro Piccolo, che aveva il vizio del gioco, poiché “dovevasi tirare la beneficiata” cioè il lotto di oggi, si fece consegnare le corone dalla moglie dell'economo precedente e se le impegnò per sette ducati e mezzo. Per questo motivo, la processione si svolse senza le corone e il popolo chiese la carcerazione del responsabile. Questi, per evitare la cattura, se ne scappò, ma, come diceva poi il popolo, “non poté sfuggire alla giustizia divina” e il giorno dopo, fu portato in chiesa morto, senza aver potuto ricevere soccorsi ne' sacramenti.

d) La lampada di “grazia”
Ma non sono questi gli unici casi di  interventi miracolosi, operati per intercessione di M. SS. Preziosa  a Casal di Principe:
Il parroco Natale,  nel suo più volte citato Bollettino, ne menziona moltissimi, di ogni genere, avvenuti perfino nelle Americhe, dove erano emigrati molti casalesi, che non avevano dimenticato la loro Madonna.
Si tratta, nella stragrande maggioranza dei casi, di guarigioni miracolose, ritenute impossibili dalla medicina del tempo, ma anche di fatti straordinari che testimoniano la predilezione della Vergine per i casalesi.
Ad esempio, nel 1942, in piena Guerra Mondiale, come mi riferisce il Colonnello dott. Alfonso Miceli, che ne conserva ancora memoria, un caccia tedesco e un bombardiere inglese, che sarebbe poi precipitato nei pressi di Frignano, permettendo all'equipaggio di salvarsi, avrebbe sganciato ben quattro bombe, tutte cadute alla periferia di Casale, nei pressi della chiesetta rurale.
Nessuna di esse esplose e il popolo interpretò questo fatto straordinario come un segno di protezione da parte della Madonna, che aveva voluto salvare il paese dalla distruzione.

Infine vorrei ricordare un particolare davvero delicato e commovente che, come sappiamo, faceva parte del rituale della devozione a M.SS.Preziosa.
Davanti al quadro ardevano, costantemente quattro lampade, che simboleggiavano la fede viva del popolo di Casale, costantemente alimentate dall'olio, che la carità dei fedeli forniva al custode del Tempio.
Solo in casi particolari veniva accesa la quinta lampada detta “di grazia”, perché riservata a casi particolarmente urgenti e difficili, in cui “le anime afflitte avevano bisogno di grazie speciali”, come è scritto nel Bollettino dell'anno 1904.