La tradizione

Capitolo I   
ORIGINE DEL CULTO DI M. SS. PREZIOSA
2. La Tradizione

La devozione a M. SS. Preziosa fu introdotta a Casal di Principe in tempi lontanissimi; secondo una pia tradizione, riportata dal Parroco don Michele Natale, sarebbero stati i Romani a trasportarvi la bella immagine di una “ Vergine bruna e pensosa, recante tra le braccia un caro Bambinello e circondata da tre angioletti.”
Quegli stessi Romani che l'avevano portata, sarebbero tornati per riprenderla, ma non vi riuscirono, neppure servendosi di un carro, a  cui vennero aggiogati quattro robusti buoi.
Si tratta di una tradizione toccante e cara ai Casalesi  ma, dal punto di vista storico, probabilmente le cose stanno diversamente.
É innegabile, certamente, che i Romani avessero, vivissimo, il senso della presenza del divino nelle cose del mondo. Come pure, è storicamente certo, che il Cristianesimo si diffuse, seguendo la diaspora dell'antico Impero Romano, e che molte chiese paleocristiane sorsero sui ruderi e con le colonne “di spoglio” degli antichi templi.
Del resto, lo Stato Romano aveva sempre favorito il culto, rendendolo espressione della vita pubblica e privata, nonchè garanzia della coesione dello Stato stesso.
I Romani avevano importato, tra gli altri, il culto della Frigia Cibele, che da noi si chiamò Matres o Matronae, raffigurata in tre unità o sedute, e invocavano Cerere e Vesta, Dee delle messi e dei campi, affinché il raccolto fosse propizio e l'acqua sufficiente per gli armenti.
Qualcuno ha voluto vedere nel culto della Vergine, come una prosecuzione di questi riti pagani, osservando, ad esempio, i tempi ed i luoghi delle processioni, generalmente a Pasqua (in primavera) e a Settembre, in ringraziamento per il raccolto.
Inoltre le stesse celebrazioni con processioni, inni, riti sono comuni a diversi santuari, tutti fuori dell'abitato, come S. Maria di Pantano a Villa Literno e la Madonna di Briano, dove, fino a pochi anni fa, arrivavano carri e cavalli bardati a festa, per la caratteristica “Prianella”, in occasione della Pasqua. Per quanto riguarda, poi, le Matres, in forma Trinitaria come le Parche, M.T. Laudando1  sostiene che questo culto fu sostituito da quello della Madonna in numero di Tre; una a Pantano, una a S. Maria a Cubito, la terza alla Crocella di Vico (limite con Casale).
Per queste persone il culto della Madonna rappresenterebbe una sorta di “Arvalia” culti per la purificazione dei campi, in versione cristiana, dove, ad esempio, i collegi sacerdotali venivano sostituiti dalle congregazioni religiose o congreghe, allora esistenti in gran numero.
Occorre, però, precisare che, pur avendo importato soprattutto dall'Oriente moltissimi culti, come i Misteri Orfici ed il culto di Mitra a S. Maria C.V., ad un certo punto i Romani cominciarono ad abolire quello che creavano eccessivo movimento e disordine, come i Baccanali, e perseguitarono il Cristianesimo, considerandolo una religione eversiva.
Il Cristianesimo, infatti, minava alla base i fondamenti del sistema socio-politico ed economico romano, attraverso i principi dell'uguaglianza tra gli uomini, la negazione della schiavitù, la trascendenza divina , il monoteismo ecc..
 Dunque, non si può affermare in modo plausibile che il quadro della Preziosa sia stato portato a Casale dai Romani, né che il suo culto rappresenti l'evoluzione di una qualsiasi divinità femminile preesistente sul nostro territorio. Piuttosto il nome “Romani”  potrebbe indicare una località di provenienza, di origine del quadro stesso, come appresso vedremo.