Radici storiche e origini del culto

Capitolo I    
ORIGINE DEL CULTO DI M. SS. PREZIOSA
3. Le radici storiche e le probabili origini del culto di M. SS. Preziosa

Cominciamo da un dato storicamente certo e riportato in molti testi: la donazione, nell'anno 996 da parte del Principe longobardo Landolfo di Benevento, a Mansone XVIII abate di Montecassino, di un territorio, nel tenimento di Casale, nel quale l'abate costruì una chiesa dedicata a S. Mauro, un santo del suo ordine. Di questa chiesa, però, non rimangono tracce.
Da piccola ho udito, qualche volta, l'espressione “ ‘ncopp Santo Mauro” e, secondo qualcuno, si tratterebbe della località attualmente chiamata “I Pioppi”, cioè nei pressi dell'attuale Teatro della Legalità, alle spalle di via Croce e Piazza Parroco Natale. Il luogo non è certo, né si sono trovati reperti che potrebbero testimoniarne l'esistenza. Pare certo, invece, che intorno all'anno 1000, Casale fosse una “BAIULATIO” cioè, un borgo circondato da borgate più piccole, come San Cipriano, Frignano, Casapesenna, Vico di Pantano ecc... Capo della borgata era il “BAIULO” cioè il rappresentante del Re o del Signore, nel nostro caso i Longobardi o i Normanni, nella cui orbita gravitava Casale.
Donazioni di questo genere non erano rare, anzi avvenivano spesso, da parte dei signori e dei  sovrani, desiderosi di attirarsi la benevolenza del popolo o, come espressamente dichiarato in alcuni documenti, “per la salvezza della loro anima e di quella dei defunti”.
I Longobardi non furono diversi dagli altri barbari che avevano invase le nostre zone, saccheggiando e devastando, ma incoraggiarono i sentimenti religiosi del popolo e fecero elargizioni a conventi ed abbazie, in cui non di rado entravano membri delle famiglie più nobili e ricche. Casal di Principe, fu, forse, uno dei villaggi dove la presenza della chiesa era più forte, in quanto circondata dai possessi dei Monaci Certosini, dei Benedettini di Montecassino, dei Monaci di San Vincenzo al Volturno, di quelli di Capua. È proprio da Capua che può venirci un aiuto nel cercare di ricostruire le origini del culto della Madonna Preziosa a Casal di Principe.
Nel “Santuario Capuano” di Michele Monaco, sono riportati i cinque calendari antichi di quella chiesa di origine Longobarda, nei quali, nel 7 di Agosto è segnata la passione di S. Donato vescovo e  martire, mentre al 6 Novembre, la deposizione di S. Leonardo, abate e confessore, nonché, anacoreta. I due Santi sono collocati ai piedi della Madonna nel modo seguente: sulla destra della Vergine troviamo S. Leonardo, vestito come un domenicano, che regge con la destra un libro chiuso, mentre con la sinistra tiene una catena. S. Donato, invece, è sicuramente un vescovo, perché tiene con la destra il “pastorale” e con la sinistra un libro aperto.  Alle spalle di S. Leonardo si intravede una torre, che potrebbe essere un castello oppure un carcere.
Una ricerca più attenta sulla vita e l'opera di questi due santi potrà forse chiarire alcuni aspetti fondamentali sulle origini di questo culto mariano. Il culto di S. Donato, pare sorgesse in Casale prima del 947 d.c. , col titolo di “ “Sanctum Donatum ad Felice”. La devozione a S. Donato vescovo di Arezzo, ebbe una grande diffusione nell'Italia Meridionale, soprattutto in Campania ed in provincia di Benevento, dove S. Donato è patrono di diversi comuni. E Benevento, come sappiamo, fu Ducato Longobardo. Per quanto riguardo l'altro Santo, S. Leonardo di Noblat, un santo francese del V secolo, sappiamo che, dopo aver vissuto per un periodo come eremita, accolse carcerati, malati, poveri e chiunque si recasse nella foresta da lui, per creare organizzazioni molto simili al tipo di vita dei monaci Benedettini.
Si occupavano di tutto : agricoltura, bonifica dei terreni, trascrizione di codici, compilazioni di testi sacri, opere assistenziali. Come San Benedetto, i suoi adepti non usavano una divisa, ma quello che era possibile trovare per coprirsi. Anche il culto di questo Santo fu probabilmente portato in Italia dai Longobardi e la storica Abbazia benedettina di S. Maria di Farfa (Rieti) fu uno dei centri medioevali più importanti della diffusione del culto del Santo abate di Limoges.
Dopo la riforma di Cluny si intensificarono i rapporti tra i monasteri benedettini di Francia e l'abbazia di Farfa, dove, nel sec. VIII  furono portate persino le reliquie di S. Leonardo.
Florindo Ferro, autore di una bella monografia su Casal di Principe ed il culto della Vergine Preziosa, non condivide l'opinione che l'immagine sacra e il culto ad essa collegato possano essere arrivati a noi attraverso il ducato Longobardo di Capua e l'ordine dei Benedettini.
Egli lo fa risalire, invece, al secolo XIII e alla venuta di Guglielmo Stendardo, cavaliere francese, che ebbe da Carlo D'Angiò tutti i beni confiscati al ribelle Riccardo Rebursa di Aversa, che nel conflitto Svevo - Angioino si era schierato per Corradino di Svevia.
Neppure Ferro, nega, comunque, che i Longobardi fossero estremamente religiosi, tanto da trafugare perfino i corpi dei Santi, che trasportarono al Santuario di Montevergine.
Favorevole, invece, alla nostra ipotesi, appare il Santagata, che , comunque è costretto ad ammettere che il culto della Vergine Preziosa si perde nelle origini stesse del paese, di cui rappresenta una gloria e un vanto.
A parte questo, è possibile fare alcune riflessioni, che potrebbero rendere accettabile l'ipotesi proposta.
  1. La donazione di Laidolfo di Benevento, nel 996 a Mansone  XXVIII,  abate di Montecassino.
  2. Il culto di S. Donato e S. Leonardo  nella città di Capua, di cui Casale, nell'Ottavo secolo, condivise le sorti.
  3. Il culto di S. Donato nel ducato Longobardo di Benevento.
  4. La similitudine tra la vita di S. Leonardo e quella dei Benedettini.
  5. La diffusione del culto di S. Leonardo che, in Italia, parte dal Lazio (Farfa, Cassino)
  6. La posizione privilegiata, sulla destra della Vergine, assegnata a S. Leonardo, un Santo che condivideva l'ideale “ora et labora”.
Gli ultimi due punti potrebbero certamente essere delle coincidenze, ma potrebbero pure, ad esempio, giustificare le parole del  parroco Natale “ L'avevano portata i Romani! ”
Come sappiamo la concezione delle distanze, fino a poco tempo fa, era molto diversa dalla nostra, e Roma potrebbe anche voler dire il Lazio. Anche la posizione di S. Leonardo potrebbe essere causale, ma è noto a tutti che quello di destra è un posto d'onore, secondo una tradizione antica, per lungo tempo accettata e condivisa. Gesù stesso  siede “ alla destra del Padre” e, da secoli, il rito del matrimonio si celebra con lo sposo alla destra, anche se il marito non è più il capo della famiglia. L'espressione “ il braccio destro di” indica la parte più rappresentativa, operativa e decisionale di una persona. La collocazione di S. Leonardo, un Santo straniero, parrebbe dunque un omaggio ai Benedettini, ma  non è certo questo l'argomento più importante.  Il contesto storico e, soprattutto, la donazione del Duca di Benevento, ci fanno ragionevolmente pensare che il quadro della Vergine Preziosa possa essere arrivato a noi attraverso i Benedettini, all'epoca del dominio longobardo di Capua, prima o intorno all'anno Mille.