Progetto Casale nel 900

PREMESSA

Dell’antica storia di Casal di Principe , paese di circa 22.000 abitanti in provincia di Caserta , poco si conosce.
Coloro che ne hanno scritto hanno spesso mescolato, nelle loro narrazioni, storia e leggenda.
Florindo Fierro e Leopoldo Santagata, che hanno trattato in maniera più attendibile la materia, parlano di origini antiche (forse romane) ma di primi documenti solo in epoca angioina (1270).
Feudo degli Stendardo fino al 1418, viene venduto ai Gargano di Aversa che lo possiedono fino al 1714 quando l’ultimo dei Gargano muore senza eredi.
Passato alla Regia Corte cambia padrone e denominazione,da baronia a ducato.
L’ultimo duca di Casal di Principe è don Alfonso Sanchez de Luna nel 1795.
I suddetti scrittori parlano di vessazioni degli angioini, di devastazioni degli ungheresi, di scontri tra angioini ed aragonesi , di miserie, dazi, gabelle, rivolte di contadini, ma descrivono Casal di Principe anche come luogo “ di delizie e divertimento “ per i regnanti Ladislao di Durazzo e Alfonso V d’Aragona.
Quest’antica storia, però, come  quella del secolo XIX e di gran parte del XX, è ignorata dalla maggioranza della popolazione e pochissimo resta ad attestarla.
Invece, di quello che è accaduto a Casal di Principe dalla fine degli anni Settanta del Novecento ad oggi ,si conosce ogni minimo particolare: atti processuali, saggi, romanzi, documentari, film e fiction, raccontano del “clan dei casalesi” e della sua origine, espansione, efferatezza e potenza economica.
La storia del clan ha finito per sovrapporsi e sostituirsi a quella del popolo al punto che “casalese” è  divenuto sinonimo di “camorrista, malavitoso” con un’operazione distorta e riduttiva che tende ad identificare un’intera popolazione con un gruppo di delinquenti.
I giovani, nati e vissuti negli ultimi trent’anni, conoscono solo questa storia e ne sentono tutto il peso perché li emargina e discrimina nella vita privata e lavorativa.
Ma coloro che hanno qualche anno in più, ricordano altro: un paese di contadini dove la vita scorreva scandita dal ritmo dei lavori agricoli e delle feste religiose, dove vigevano tradizioni antiche e saldi valori, tramandati nei secoli, quali la fierezza, la laboriosità e la generosità.
Recuperare questa memoria può essere fondamentale in questo momento storico del nostro paese quando la criminalità organizzata ha subito un colpo d’arresto grazie all’azione puntuale e incisiva della Magistratura e delle Forze dell’Ordine e la coscienza civica si è risvegliata affermando la stanchezza dei soprusi e la voglia di riscatto.
Ma non può esserci futuro senza  passato e valori di riferimento.
Riappropriarsi della propria storia, riscoprire tradizioni e valori, rinvenire esempi di coraggio, onestà e dignità è fondamentale per ritrovare la propria vera identità e guardare con speranza al futuro che tutti auspicano migliore.
Per tale motivo, l’assessorato alla P.I. del Comune di Casal di Principe e la Pro loco promuovono il progetto “IL TEMPO E LA MEMORIA: Casal di Principe e il Novecento“. Un progetto, ovvero, volto a recuperare la storia, le tradizioni e i valori  del popolo casalese nel Novecento, a riscoprire l’esempio di quelle generazioni che, pur avendo vissuto le brutture e gli stenti di due guerre mondiali, avevano saputo conservare, nella stragrande maggioranza dei casi, i valori dell’onestà e della rettitudine.
Il progetto è dedicato a tutti i giovani casalesi perché, attingendo direttamente a quella lezione di vita “sobria e laboriosa“ possano scrivere, affrancandosi dal recente passato, pagine di rinnovata civiltà per questo paese.